la Morfologia del Verbo
⇨ la Coniugazione dei Verbi
testo - pag.1
Poi ricordo che un giorno mio padre mi sorprese col suo panciotto in mano. Io, con una sfacciataggine che ora non avrei e che ancora adesso mi disgusta (chissà che tale disgusto non abbia una grande importanza nella mia cura) gli dissi che m'era venuta la curiosità di contarne i bottoni. Mio padre rise delle mie disposizioni alla matematica o alla sartoria e non s'avvide che avevo le dita nel taschino del suo panciotto. A mio onore posso dire che bastò quel riso rivolto alla mia innocenza quand'essa non esisteva più, per impedirmi per sempre di rubare.
(da Svevo, La coscienza di Zeno)
(proff. Arnoldi e Paini)
lessico - pag.1
Panciotto: gilé, capo maschile senza maniche, usato di solito sotto la giacca in circostanze importanti.
Sfacciataggine: essere sfacciato, cioè sfrontato, uno che nelle parole e nell'atteggiamento si spinge oltre il limite imposto dall'educazione
Avvedersi: accorgersi, rendersi conto.
(proff. Arnoldi e Paini)
guida - pag.1
"La coscienza di Zeno" è forse il più famoso romanzo dell'autore italiano Italo Svevo, vissuto in ambiente triestino fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX (l'opera è del 1923). Si tratta di un romanzo psicologico che affronta il tema dell'inettitudine.
Il verbo è la parte variabile per definizione della nostra lingua, in quanto può trasformarsi in rapporto al soggetto (persona), al tempo del discorso (tempo), al tipo di messaggio che si vuole dare (modo e forma)…
Il testo ti propone in poche righe una serie di verbi usati in persone diverse (esempio: "ricordo"/"sorprese"); in tempi di versi (esempio: "dissi"/"era venuta"); in modi diversi (esempio: "ricordo"/"abbia"/"contare"). E' quindi chiaro che, per esprimersi in modo corretto, è molto importante imparare a conoscere bene il verbo, le sue varie forme ed il loro uso e valore.
(proff. Arnoldi e Paini)
teoria - pag.1
Il verbo è una parte variabile del discorso, cioè si trasforma a seconda del contesto.
Esso infatti è congiunto con il resto della frase, in particolare con il soggetto.
Per questo si dice che il verbo ha una coniugazione, ossia presenta forme diverse a seconda
del modo
del tempo
della persona
della forma
Esempio.
Luca e Anna mangiano un gelato.
Luca mangia un gelato, mentre Anna ha già mangiato il gelato.
Il vento ha rovesciato un vaso > un vaso è stato rovesciato dal vento.
(proff. Arnoldi e Paini)
esercizi - pag.1
1) Nel brano seguente individua tutti i verbi:
Quando i ladri presero la città, il popolo fu contento, fece vacanza e bei fuochi d'artifizio. La cacciata dei briganti autorizzava ogni ottimismo e i ladri, come primo atto del loro governo riaffermarono il diritto di proprietà. Questo rassicurò i proprietari più autorevoli. Su tutti i muri scrissero: « Il furto è una proprietà » Leggi severe contro il furto vennero emanate e applicate. A un tagliaborse fu tagliata la mano destra, a un baro la mano sinistra (che serve per tenere le carte), a un ladro di cappelli la testa. Poi si sparse la voce che i ladri rubavano. Dapprincipio, questa voce parve una trovata della propaganda avversaria e fu respinta con sdegno. I ladri stessi ne sorridevano e ritennero inutile ogni smentita ufficiale. Tutto parlava in loro favore, erano stimati per gente dabbene, patriottica, ladra, onesta, religiosa. Ora, insinuare che i ladri fossero ladri sembrò assurdo. Il tempo trascorse, i furti aumentavano, un anno dopo erano già imponenti e si vide che non era possibile farli senza l'aiuto di una grossa organizzazione. E si capì che i ladri avevano quest'organizzazione. Una mattina, per esempio ci si accorgeva che era scomparso un palazzo del centro della città. Nessuno sapeva darne notizia. Poi sparirono piazze, alberi, monumenti, gallerie coi loro quadri e le loro statue, officine coi loro operai treni coi loro viaggiatori, intere aziende, piccole città. La stampa, dapprima timida, insorse : sparirono allora i giornali coi loro redattori e anche gli strilloni, e quando i ladri ebbero fatto sparire ogni cosa, cominciarono a derubarsi tra di loro e la cosa continuò finché non furono derubati dai loro figli e dai loro nipotini. Ma vissero sempre felici e contenti.
(Ennio Flaiano, I ladri - una favola arguta - in Opere pp 591-92)
(proff. Arnoldi e Paini)